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STOP HOMOPH ART - STOP HOMOPH ART

STOP HOMOPH ART | ARTISTIC MOVEMENT

L'ARTE CONTRO L'OMOFOBIA

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME ?

27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA



Il  ricordo corre rapido e fulmineo alla "Crocifissione bianca" di Marc  Chagall, espressione delle sofferenze del suo popolo perseguitato  dall'odio nazista e drammatica profezia delle ignominiose atrocità che  successivamente saranno commesse. Il grande crocifisso campeggia nel  mezzo della tela, messo in rilievo da un fascio di luce divina, alla  quale si sovrappongono le punte delle fiamme dell'incendio della  Sinagoga, che riflettendosi sul Cristo, ne esasperano la sofferenza. I  toni spettrali, emergenti dalle molteplici variazioni del bianco,  rendono sommessa la disperazione, silente l'orrore, amplificando,  paradossalmente, la drammaticità della scena. Ma sono la luce e la  presenza del Cristo morente che accendono altre speranze e prefigurano  una rinascita, un riscatto, una riconciliazione, una vita nuova...
Anche  per R.C. Gesù Cristo, che compare in molte sue tele, è simbolo delle  tragedie del mondo, di tutti coloro che subiscono oltraggio, supplizio e  sofferenze per le loro idee politiche o religiose. Pertanto è evidente  che nelle sue opere il significato vuol essere poetico e spirituale, con  l'intento di raggiungere una risonanza universale. Il titolo, tratto  dal Vangelo di Luca che rievoca l'Eucaristia, è emblematico; con quella  domanda retorica, che non è più un comando o un monito con tono di  rimprovero, ma un ironico invito alla riflessione, al pentimento di una  mancata promessa, si invita alla memoria di Cristo che ha fatto dono  della sua vita. Ed ecco allora, il pane e il vino - il corpo e il sangue  - dell'Ultima Cena, che ripropone il sacrificio e rende viva la forza  dell'Amore, della logica del dono, senza limiti e differenze.
Qui  Cristo appare quasi trafitto dal filo spinato del Lager, spezzato in  due, e i prigionieri rappresentati senza volto, privati dell'identità,  l'Umanità che soffre le ingiustizie, il dolore, la libertà negata, anzi  la negazione della stessa vita. Il nostro Artista stende delle bende  calde per avvolgere la scena, che non sono solo sfondo, ma  materializzano un calore, un tiepido senso di protezione per l'Uomo  lacerato, tormentato, sacrificato. (Forse è il bisogno di trasformare le  terribili esperienze in qualcosa di positivo per le future  generazioni). Un velo candido che strappa Gesù dalla croce, lo accoglie,  per alleviarne il dolore. Una fascia che lo custodisce e lo preserva  dall'oblio, lo regala all'Eternità, all'Infinito.

Prof.ssa Michela Marconi


In  quest'opera si vuole esprimere tutto il dolore provocato dall'eccidio  dell'olocausto. Come si nota sono rappresentati al centro le vittime  omosessuali dei campi di concentramento e in attessa del loro sacrificio  Gesu' li guarda dall' alto e li accoglie con il Suo infinito AMORE.




RAFFAELE CIOTOLA | ARTISTA E ATTIVISTA

La Voce, il Silenzio, e la Nuova Melodia dell'Arte

L’immagine che ritrae Raffaele Ciotola con gli occhi chiusi e la bocca coperti da cerotti con la bandiera gay rappresenta un potente simbolo del “basta!” contro l’umiliazione e l’indifferenza subite nella sua lotta personale e artistica. Questa immagine è la rappresentazione visiva di un momento in cui l’artista ha scelto che la sua arte parli per lui, con una voce che risuona forte e chiara anche nel silenzio.

L’immagine che ritrae Raffaele Ciotola con gli occhi chiusi e la bocca coperti da cerotti con la bandiera gay rappresenta un potente simbolo del “basta!” contro l’umiliazione e l’indifferenza subite nella sua lotta personale e artistica. Questa immagine è la rappresentazione visiva di un momento in cui l’artista ha scelto che la sua arte parli per lui, con una voce che risuona forte e chiara anche nel silenzio.

Per Ciotola, l’arte non è solo espressione estetica, ma un grido di vita, un atto di resistenza e un ponte verso chi si sente invisibile. Attraverso le sue opere, che nascono dalla sua esperienza personale come uomo gay, racconta storie di identità, lotta e speranza in un mondo spesso ancora chiuso e giudicante. Crede nel potere rivoluzionario dell’arte come strumento di cambiamento sociale: i suoi colori e simboli vogliono scuotere, provocare e aprire un dialogo sincero su temi come razzismo, omofobia e disuguaglianze.

Nato a Napoli il 17 ottobre 1964, Ciotola è Maestro d’Arte con una solida formazione artistica. Questa formazione multidisciplinare ha arricchito la sua capacità espressiva, fondendo tradizione e innovazione.
Nel 2003 ha fondato il movimento “Stop Homoph Art”, un’iniziativa che unisce arte e attivismo per combattere l’omofobia e promuovere inclusione e rispetto della comunità LGBTQ+.

La Finger Art Ciotola, ideata da Raffaele Ciotola nel 2017, la Finger Art è un progetto artistico in cui il dito diventa soggetto, non strumento. Ogni dito viene trasformato in una micro-opera vivente: truccato, vestito, arricchito di dettagli pittorici e simbolici che richiamano l’identità, la diversità e l’ironia.
Non si tratta di dipingere con le dita, ma di dare alle dita una propria anima e personalità, rendendole protagoniste assolute di una narrazione contemporanea, accessibile, giocosa e al tempo stesso profonda.

Nel 2018 ha creato “Rock Art Ciotola”, un progetto che reinventa icone popolari con un’estetica rock e tatuaggi stilizzati. Il suo lavoro, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, è un manifesto di libertà e impegno civile, con opere esposte in musei e istituzioni prestigiose. Attraverso la sua arte, Ciotola continua a portare avanti un messaggio di inclusione e speranza, sfidando le convenzioni e stimolando la riflessione sociale.

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